Una volta raggiunte le condizioni di "zero G" cioè fuori dalla morsa gravitazionale terrestre basta una piccola spinta per muoversi, visto che nello spazio non c'è ne forza di attrazione gravitazionale ne attrito dell'aria.
Immaginiamo di applicare una forza ad un oggetto che galleggia nel vuoto cosmico ed immaginiamo che questo oggetto acquisti una velocità di 10.000 Km/h. Lo vedremo allontanarsi da noi seza una minima variazione di velocità o di rotta e sparirà nel nero dello spazio. Da ora in poi immaginiamo tre situazioni:
1.Siamo in orbita terrestre: l'oggetto in questione subirà l'influenza gravitazionale della terra, orbiterà ancora per un po, ma a quote sempre più basse fino a quando non precipiterà nell'atmosfera.
2.Siamo nel sistema solare, fuori dall'attrazione gravitazionale del sistema Terra-Luna: entrerà in orbita solare, in pratica descriverà un orbita molto ampia attorno alla nostra stella; Se non incrocerà l'orbita di qualche pianeta, asteroide o cometa, continuerà la sua corsa per centinaia e centinaia di migliaia di anni su un orbita leggermente più stretta della precedente. Alla fine, cadrà sul Sole.
3.Siamo nello spazio interstellare: in assenza di qualsiasi forza che ne possa perturbare il moto, continuerà su una traiettoria rettilinea, praticamente alla stessa velocità finchè incontrerà dopo parecchi miloni, se non miliardi di anni, qualche stella, qualche pianeta o un buco nero. Quando accadrà, la Terra sarà solo un sasso freddo che orbita attorno ad un sole oramai morto.


Lo shuttle in salita. Dopo il decollo a piena poteza, viene diminuita la manetta al minimo finchè la navetta non raggiunge gli strati più rarefatti dell'atmosfera. Se si accelerasse subito a piena potenza l'attrito con l'aria la disintegrerebbe.

 

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